ABDICARE COSA?

Quando si vincono le elezioni si riceve un incarico di “delega”, il nostro ordinamento è strutturato proprio così, la democrazia si esercita delegando il proprio potere (sovrano) a dei soggetti che saranno “deputati” a compiere gli atti di gestione dei beni e degli interessi che però sono e rimangono nostri, pubblici.


ABDICARE è il verbo di chi lascia un potere sovrano, “La sovranità appartiene al Popolo”… (lo dice la nostra Costituzione e lo fa proprio nel primo articolo, la scelta non è casuale).. pertanto la sovranità può essere abdicata solo ed esclusivamente dal Popolo (e nella storia l’ha fatto più volte).

Meno letteralmente si può intendere con il termine abdicare il più generico significato di “rinunciare”, anche qui si rinuncia a qualcosa che si ha, se la sovranità non è tua non puoi rinunciarvi, al massimo rinunci alla delega, per questo abbiamo sempre pensato che è davvero ironico amministrare oggi sentendosi “sovrani”, chi lo fa certifica la sua inadeguatezza proprio facendolo.

IL NOSTRO COMUNE HA ABDICATO (non è il solo).

QUANDO: Non è una cosa recente, non è una cosa limitata a questa amministrazione, non è cosa limitata al nostro Comune, dipende in parte da scelte adottate da organi sovra-ordinati come la Regione, il Parlamento o il Governo ma a cui nessuno nel nostro Comune ha mai opposto la benché minima resistenza (la questione ACEA è davvero esemplare in questo senso), dipende tanto anche dal significato che diamo al senso di Democrazia.

PERCHE’E perché no? Chi lo fa ha la sua convenienza! Si mantengono poteri e stipendi facendo meno lavoro e togliendosi rogne, il cliché dell’italiano medio così è interamente soddisfatto.

COSA: Il Comune ha delle funzioni amministrative, può abdicare quelle. Non tutto però! Quello che da un senso di potere ce lo teniamo, tutto il resto, quello che è scomodo… meglio abdicare.

COME? Piano piano… ma alla luce del sole! Nulla è stato fatto di nascosto. Con la riforma del titolo V della Costituzione (Articoli 114 e successivi) si è stabilito che ai Comuni spettino funzioni amministrative, era così anche prima in realtà, questo per un principio che noi italiani, con 4000 anni di civiltà alle spalle, conosciamo bene e che l’Europa ha recepito.
A fronte di un potere centrale i servizi andrebbero forniti ai cittadini dagli enti pubblici ad essi più vicini (c.d. principio di prossimità), è stato così fin dal più remoto nostro passato ma oggi? Sempre meno! Si tratta di un’involuzione, non so quanto voluta e programmata, di certo ovvia e colpevole.

Quali sono le funzioni “amministrative”?
Sono di origine Costituzionale o conferite da Stato e Regioni, sono quelle abituali, per elencarne alcune Trasporto Pubblico, Smaltimento e Recupero dei Rifiuti, Servizi di Assistenza Sociale, Servizio Idrico, Illuminazione Pubblica, Manutenzione della proprietà comunale (Strade, edifici etc…), Pubblica Sicurezza, Servizi burocratici in genere (rilascio certificati anagrafici, permessi, autorizzazioni etc..).


Avete fatto caso ad una cosa?

  • Servizio Idrico – ceduto – gestito da un privato (ACEA ATO2 Spa).
  • Servizio di Illuminazione Pubblica – ceduto –  gestito da un privato (Engie Spa).
  • Smaltimento e Recupero dei Rifiuti – ceduto – gestito da un privato (Cosp Tecnoservice srl).
  • Servizio di Assistenza Sociale – ceduto in massima parte – l’operatività è gestita da privati (ATI con Coop Senexus capofila, le Amministrazioni di Sostegno in genere vengono delegate ad Avvocati, Commercialisti etc.. le valutazioni genitoriali sono esternalizzate etc…).
  • Servizi burocratici in genere – in parte ceduti (recupero tributi, condoni etc.. gestiti da Etruria Servizi srl, Sogeea Spa etc..) – in parte mantenuti (anagrafe, rilascio certificati, autorizzazioni, permessi). 
  • Manutenzione della proprietà comunale – in parte ceduta (ad esempio asfaltature, manutenzione del verde etc…) in parte mantenuta (in una caserma lo chiameremmo “minuto mantenimento”). 
  • Pubblica Sicurezza – mantenuta (ma parliamone).
  • Opere Pubblicheceduta pressoché totalmente la loro progettazione e realizzazione, mantenuta la capacità di decisione a chi affidarle.

Allora c’è da chiedersi quali siano I CRITERI in base ai quali il Comune abbia letteralmente abdicato le sue funzioni.

Sono essenzialmente tre:


A) MATERIALE DELEGABILITA’ – Ci sono materie che per ragioni di fatto o di Diritto non sono delegabili (rilascio permessi, certificati etc…, pubblica sicurezza ma parliamone etc..).

B) UTILITA’ – Ci sono materie in cui è politicamente utile mantenere la potestà (se sono io a rilasciare autorizzazioni ho un potere) queste ce le teniamo strette.


C) CAPACITA’
– Ci sono servizi che il Comune per mancanza di organizzazione e di capacità non è più in grado di fornire sebbene lo abbia fatto fino a ieri (servizio idrico, raccolta rifiuti etc…), è una colpa.

Ma quindi alla fine oggi un Comune ed in particolare una Giunta, un Consiglio in concreto cosa fanno? 

1 – Poco e comunque di certo non tutto di quello che la normativa gli riservirebbe.

2 – Praticamente nulla di quello che comporta a monte una capacità o un’organizzazione.

3 – Con difficoltà quello che non è proprio delegabile.

Ma quello che fanno… almeno lo fanno bene? 
SI e NO – Rimane un residuo pressoché burocratico dei servizi sociali, una porzione di manutenzione del patrimonio pubblico (strade etc,..), il rilascio di certificati anagrafici / amministrativi in genere, rilascio di autorizzazioni, pubblica sicurezza etc… per noi in alcuni casi si fanno meglio in altri peggio ma ciascuno può avere la sua legittima opinione, dipende molto da quale sia lo standard di decenza minimo che ciascuno di noi ha, che crede corretto o a cui è abituato. 

Dipende poi da scelte politiche vere e proprie, se ad esempio una Giunta avrà a cura la pubblica sicurezza concentrerà (nel rispetto dei ruoli) le sue forze di polizia in attività specifiche di pubblica sicurezza, se invece avrà a cuore le casse e le proprie finanze allora distoglierà le sue forze di polizia dai servizi di pubblica sicurezza per metterle dietro ad un autovelox a fare multe, il discorso si può estendere a tutti gli altri rami della pubblica amministrazione, scelte politiche come dicevamo, dipendono da chi abbiamo eletto.

In definitiva – soprattutto oggi ai tempi degli appalti del PNRR – l’attività prevalente del Comune si sostanzia essenzialmente nel distribuire incarichi, appalti ed affidamenti a terzi delegandogli il delegabile perchè questi colmino le lacune dell’Ente stesso (che non è in grado di provvedervi).

Quello dei servizi è un mercato fiorentissimo.

Molte delle energie e delle risorse anche economiche del Comune sono impiegate a ratificare il fatto che il Comune stesso “non è in grado” e che quindi debba necessariamente delegare ciò che non può, impieghiamo risorse per capire come delegare insomma.


Si tratta di un’abdicazione davvero perversa che peraltro contraddice moralmente un principio concettuale del nostro ordinamento: il delegato non dovrebbe poter delegare (che ti delego a fare se poi te devi delegare sempre un altro?).

Accade invece che noi elettori deleghiamo la gestione del nostro interesse a qualcuno che a sua volta – non potendola gestire – la dovrà delegare a qualcun altro… più o meno sempre… tanto che a pensar male qualcuno ipotizza che a moltissimi convenga non cambiare questo sistema che si è radicato.

Fornire servizi è attività amministrativa riservata alla Politica.

Smistare appalti ed affidamenti è roba da comitato d’affari.

La consueta domanda finale:


Tutto questo ha un senso?

8 thoughts on “ABDICARE COSA?

      1. Sarebbe molto interessante fare un analisi dei bilanci Comunali approvati negli ultimi anni per constatare da dove si incassa, dove si spende e dove ci si rimette.

        1. Sono documenti molto complessi, in genere c’è penuria di entrate, pochi sono i rami “produttivi”, uno dei maggiori rammarichi sta nel constatare che si spenderanno fondi del PNRR in altri rami poco produttivi e pensare che questo era uno strumento certo proprio per consentire a tutti di fare finalmente quel salto che ci consentisse si affrancarci dalla continua necessità di chiedere fondi a destra e a manca.

  1. Stavolta oltre a ringraziare i titolari del sito per queste utili informazioni c’è poco da commentare.
    Che tristezza! È il solo commento che mi sale.
    Beh! No. Ce ne sarebbe un altro: ma avendo delegato tutto e, presumo, pagando profumatamente ogni cosa, coloro che invece dovrebbero prendersi il carico di ciò che è stato dato in appalto vengono ancora pagati?

    1. Questa è una delle tematiche, i costi della delega ci consentono almeno un risparmio rispetto ai costi che avremmo nel fare tutto in prima persona? Un sistema di deleghe (pensiamo ai subappalti) garantisce la conservazione della qualità? Fa aumentare i costi (se devono guadagnarci in due…)? Quanto ci costerebbe fare tutto “in house”? perchè prima si faceva e ora no? Prima di delegare si fa un’istruttoria per vedere se è possibile conservare il servizio?

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