Non sempre vince Davide.

Di solito chi perde si affretta a dire che, in verità, non avrebbe mai voluto vincere, oppure che sente di aver vinto lo stesso.

La nostra risposta, tanto per cambiare, continua ad essere ‘no’.

Volevamo vincere e non abbiamo vinto, semplicemente.

Questo è il momento in cui si ringrazia tutti, ma 2.251 persone sono una bella responsabilità, e siccome la sentiamo tutta, preferiamo prima chiedervi scusa, per non essere stati all’altezza delle nostre idee, e poi rispondere ad alcune domande.

🔸 A chi andranno i vostri voti?

Davvero? C’è ancora qualcuno che crede che gli elettori siano uno sciame di api che si sposta al fumo di una sigaretta? Tutta la nostra campagna è stata costruita e portata avanti con l’obbiettivo di fornire ai cittadini gli strumenti necessari per avere cognizione di causa, anche al costo di risultare pesanti, prolissi e poco fighi.

Riuscire a spezzare il tabù per cui i numeri, i dati, i famosi ‘tecnicismi’, debbano necessariamente essere per pochi. I dati sono di tutti e per tutti, basta solo trovare qualcuno con la competenza per spiegarli e qualcuno con la trasparenza per mostrarli.

Chi crede che 2.251 persone siano una cartellina che sposti da una parte all’altra della scrivania, continua ad avere grossissimi problemi con le forme più basiche del rispetto per l’individuo.

🔸 Cosa succede adesso?

Adesso si onora la responsabilità e si vivono le sue naturali conseguenze. Terremo fede all’incarico elettorale. Ci si siede in Consiglio Comunale (con meno compagni di squadra intorno di quanto sperato) e si combattono le stesse battaglie raccontate nel nostro programma e in campagna elettorale. “Fare opposizione” è un modo per tutelare le minoranze e, fosse anche solo per questo, ci piace.

Le persone che vi abbiamo presentato non cessano di esistere e non cesseranno di rispondere alle vostre domande. Troveremo il modo di comunicare meglio e, se il futuro ce lo concederà, di incontrarci più spesso.

🔸 Sì, vabbè, ma manco un grazie…

Qui ci vorrebbe la gag di Verdone che ripete “ti amo” un centinaio di volte al telefono e solo alla fine si accorge di aver sbagliato numero.

Perdonate il goffo tentativo di sfuggire all’emotività.

Il grazie è davvero enorme.

Francesco – Chicco – Falconi

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