Da oggi il nostro servizio idrico non sarà più comunale / pubblico ma – in spregio ai risultati del Referendum del 2011 ed alla Legge Regionale 5/2014 – è stato trasferito ad Acea Ato 2 Spa – Società interamente controllata da Acea Spa peraltro quotata in borsa.
Un servizio strategico ed essenziale alla vita viene trasferito ad una società con fini di lucro quale una spa è.
Avvertiamo preliminarmente il bisogno di scusarci con tutta la Cittadinanza per ciò che non siamo stati in grado di impedire.
Abbiamo per questo una responsabilità.
Avrete sicuramente letto che tale passaggio era considerato “inevitabile” ed è in qualche modo vero, è inevitabile come inevitabile è che uno studente impreparato non abbia speranza alcuna di superare l’interrogazione.
Può augurarsi che il professore non lo chiami ma se la chiamata arriva (e nel nostro caso si sapeva sia che sarebbe arrivata che quando) dovrà fare quello che abbiamo fatto ieri sera noi con Acea, ossia implorare il trattamento meno severo possibile e sperare nella sua benevolenza.
Noi non ci siamo candidati per sperare nella benevolenza di chicchessia.
Sappiamo che vi erano delle possibilità per sperare – almeno sperare – di evitare di trovarci nella condizione in cui ci troviamo oggi e sappiamo che tali possibilità non sono state neanche tentate.
A prescindere dalle effettive chanches di un successo questo segna la differenza tra chi gestisce un evento e chi si trova per sua inidoneità a subirlo come Anguillara lo subisce oggi.
Le nenia del “non potevamo fare nulla” non ha retto quando si è trattato di affrontare il tema dell’apertura di una nuova cava e secondo noi non può reggere oggi.
CI SIAMO FATTI DELLE DOMANDE – CI SIAMO DATI QUALCHE RISPOSTA.
Cosa si poteva fare?
Leggere ad esempio!
Il 20.10.2020 i Consiglieri di Minoranza Enrico Stronati, Michele Cardone e Matteo Flenghi hanno presentato una Mozione che è stata poi approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale sebbene non abbia poi ricevuto alcuna esecuzione dall’Amministrazione come accade troppo spesso (sempre?) con le mozioni della Minoranza.
In questa articolata mozione si ripercorreva la cronistoria della vicenda Acea e si indicavano ben 15 iniziative utili a far si che si potesse tentare – perlomeno tentare – di evitare quello che oggi è considerato o forse abbiamo reso inevitabile.
La Legge in materia qualche spiraglio infatti lo lascia e durante il suo assessorato Enrico Stronati aveva iniziato quel percorso che se continuato ci avrebbe dato delle opportunità che invece ci siamo negati.
Il Consigliere Stronati poi – a gennaio 2022 – ha presentato un’altra mozione con la quale “ricordava a tutti” dalla scadenza del 30.09.2022.
Si poteva fare altro?
Certo!
Se vuoi resistere un modo lo trovi, non è detto che tu vinca ma almeno ci hai provato, la Regione Lazio ha emanato una sua Legge che prevede l’assoluto divieto di cedere ad una società a scopo di lucro il servizio idrico e lo ha fatto perchè la Costituzione le dava lo specifico potere e la specifica competenza per poterlo fare.
(Trovate qui la Legge Regionale, l’articolo che ci interessa è il 4: https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio…/…)
Questo divieto si trova in assoluta antinomia con la norma statale che nel 2021 con il placet di tutto il parlamento e con l’opposizione del solo partito FdI ha modificato il Testo Unico dell’Ambiente aggiungendo il co. n. 2 ter all’art. 147 che invece ci imponeva il passaggio entro il 30.09.2022 – si noti bene – hanno modificato il Testo Unico dell’Ambiente piegandolo ad un ricatto legato ai fondi del PNRR.
(Trovate qui il testo novellato dell’art. 147 TUA https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2006-04-03;152!vig=)
Ma allora quale delle due norme prevale?
Non lo possiamo decidere noi arbitrariamente, è questione di cui si interessa la Corte Costituzionale ma possiamo ragionare, in questi casi di contrasti (tecnicamente si parla di antinomie) vengono in ballo due criteri per la loro risoluzione, se generalmente si usa il criterio gerarchico (prevale la norma che proviene dalla fonte sovraordinata) nel caso specifico ben poteva argomentarsi che potesse trovare applicazione il criterio di competenza che fa prevalere la norma che proviene dalla fonte a cui la Costituzione riconosce specifica competenza come nel caso che ci sta appassionando.
Cosa si fa in questi casi?
Beh l’ente che si è visto scavalcare – in questo caso la Regione – avrebbe potuto tentare di sollevare un conflitto di attribuzione, il potere per farlo glielo dava la Costituzione stessa (art. 134), la Regione poteva farlo, non ci risulta lo abbia fatto, il Comune poteva sollecitare la Regione a farlo, ha avuto mesi e mesi e non ci risulta lo abbia fatto.
Ci siamo negati un’altra opportunità.
Si poteva fare ancora altro?
Ma certo si poteva manifestare il nostro dissenso fino alla fine e rifiutare di fare qualcosa che si reputava dannosa o finanche illecita e quindi si poteva scegliere di tenere il punto e farsi commissariare.
Lo abbiamo proposto, ci è stato detto che questo avrebbe esposto i consiglieri alla possibilità di vedersi richiedere i danni da ACEA nel caso in cui questa avesse perso i fondi del PNRR che le sarebbero arrivati solo se avesse rispettato le scadenze e che non era giusto pretendere questa assunzione di responsabilità.
Comprendiamo tale posizione ma non possiamo giustificarla, ci si candida per assumersi delle responsabilità non per fugarle, in secondo luogo tale rischio (peraltro solo eventuale) era anche facilmente azzerabile…
Come?
Intanto non arrivando ad approvare una questione così rilevante l’ultimo giorno utile per poterlo fare, abbiamo avuto due anni, se ad esempio avessimo portato questa tematica in consiglio qualche mese fa e l’avessimo rigettata saremmo stati commissariati qualche mese fa ed il commissario avrebbe garantito ad Acea il passaggio nel rispetto dei tempi e questa non avrebbe avuto alcun danno da poter richiedere ad alcunchì (questa strada è stata perseguita da altri comuni).
Il Comune di Anguillara in passato lo aveva già fatto per altre tematiche.
Farsi commissariare se non si è d’accordo nell’adottare qualcosa è un atto politico.
Qualcuno potrebbe obiettare: Ma in questa maniera non si sta cedendo il nostro potere contrattuale al Commissario?
Va preliminarmente detto che il “potere contrattuale” in materia – ammesso che di potere possa sensatamente parlarsi – non è affatto discrezionale, ci si muove entro rigidi paletti normativi che disciplinano piuttosto chiaramente cosa puoi o non puoi avere, cosa devi o non devi avere.
Quando poi ci si siede al tavolo delle “trattative” con un soggetto già di suo economicamente soverchiante e gli si da pure il vantaggio di poter discutere della vicenda l’ultimo giorno in cui lo si può fare allora queste smettono di poter essere considerate sensatamente delle reali trattative e più correttamente possono essere considerate gentili concessioni.
Chi l’ha detto – poi – che il Commissario non avrebbe richiesto ed ottenuto esattamente quello che abbiamo ottenuto noi? Il Comune ben avrebbe potuto indicare al Commissario quanto in suo diritto ed interesse ed il commissario in adempimento al suo dovere di trasparenza lo avrebbe dovuto necessariamente portare al tavolo delle trattative.
Il Comune di Anguillara ha con il gruppo Acea un rapporto che rappresenta un unicum che avrebbe potuto consentire una trattativa che rispettasse tale unicità se condotta in anticipo e senza la scure della scadenza il giorno dopo (rectius qualche ora dopo), perchè?
Ma semplicemente perchè Acea ha una convenzione che le consente dal 1989/1990 di captare acque dal Lago con un regime standard di 1100 litri al secondo (con picchi fino a 5.500) ad un costo di € 700 all’anno.
Semplicemente perchè – poi – l’acquedotto che dal Lago conduce a Roma passa sul territorio di Anguillara etc…
Secondo una ricostruzione prodotta dal consigliere Stronati una famiglia media sotto la gestione Acea arriverà a pagare (per un consumo medio di 365 metri cubi l’anno) una cifra superiore ai 350€.
Con quanto pagato da 2 sole Famiglie in un anno Acea potrà pagare il canone che le consentirà di poter prelevare dal Lago più di 1000 litri al secondo per tutti i secondi dello stesso anno .
Ogni millilitro prelevato dal lago passa e grava sul nostro territorio.
Non è questione che caratterizza con un tono di unicità la nostra situazione?
Non è questione che deve essere considerata nell’ottica di una trattativa e che la deve distinguere da tutte le altre?
Ma quanto guadagnerà ACEA da questo passaggio?
Cediamo un servizio che ci rendeva oltre 1 milione di euro, le tariffe Acea aumenteranno e, probabilmente, questo aumento le consentirà di avere circa 2 milioni di euro di entrate.
Ma ACEA ci pagherà qualcosa?
Si, ci ha riconosciuto come rimborsabili circa 170.000,00 € per investimenti sul servizio idrico (chissà… se avessimo affrontato la cosa prima avremmo potuto fare altri investimenti, migliorare il servizio ed avere oggi un maggior rimborso, sembra che Ladispoli abbia fatto proprio così ricavando un milione di euro, è stata di certo più in gamba di noi).
Ci pagherà poi circa 80.000€ all’anno ma dato che abbiamo dei mutui contratti per il servizio idrico che ci costano circa 50.000 € all’anno ci rimborserà questa somma e ci verserà la differenza di circa € 30.000.
Noi Consiglieri di Minoranza abbiamo avuto notizia di questa vicenda una decina di giorni fa ed abbiamo potuto leggere le oltre 300 pagine di documenti solo tre giorni prima della votazione.
Questo è un dato che si ripete e che stavolta stride davvero se si considera che invece la mozione relativa a questa stessa vicenda è stata presentata due anni fa ad uno dei primi consigli comunali.
La Mozione è stata presentata (anche) da un ex Assessore all’Ambiente, questo stride molto con l’attuale situazione in cui non abbiamo neanche un assessore all’ambiente.
Riguardo queste tematiche la differenza di approccio ci sembra abbastanza evidente ed oggi ci è stato presentato il conto.
Raccogliamo quello che seminiamo, pagheremo il prezzo del nostro fatalismo.
Scusateci ancora se potete!
Leda Catarci, Francesco Falconi.